“il 41 bis è una metastasi che di fatto sta minando il cosiddetto stato di diritto, un cancro che in una democrazia un tantino più totalitaria – e con il governo della Meloni ci siamo quasi – potrà essere usato per reprimere, zittire col terrore qualunque dissidenza politica. Il tribunale che decide la condanna alla mordacchia medievale del 41 bis è del tutto simile a quello speciale fascista, le dinamiche sono le stesse: io potrò uscire da questo girone dantesco solo se rinnegherò il mio credo politico, il mio anarchismo, solo se mi venderò qualche compagno o compagna. Si inizia sempre dagli zingari, dai comunisti …” (Alfredo Cospito 13 marzo 2023)
Da oltre cinque mesi Alfredo, compagno anarchico, è in sciopero della fame contro il regime di detenzione 41 bis. Contro tutta la barbarie del 41 bis, contro la cosiddetta giustizia che si rivela solo spietata, cieca vendetta.
Una battaglia civile ancor prima che politica che non possiamo non fare nostra. L’abolizione del 41 bis passa attraverso l’abbattimento del muro di menzogne, censure e mistificazioni che lo rende legittimo, anzi indispensabile agli occhi dell’opinione pubblica rimodellata nel popolino festante per le teste che cadono ed il sangue che scorre.
Un primo colpo di piccone l’incontro con Carmelo Musumeci, valente scrittore, ex ergastolano ostativo che la tortura del 41 bis, l’incubo da sveglio del fine pena mai, lo ha sofferto per anni, giorno dopo giorno, aprendo gli occhi il mattino per augurarsi fosse subito sera per richiuderli.
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Dopo cinque mesi Alfredo è in gravissime condizioni. Il giorno 30 il tribunale di sorveglianza avrà già deciso per il deferimento della pena e la concessione dei domiciliari a casa della sorella. Non accettiamo e non accetteremo nessun’altra sentenza.